Sono grata per i Tacchi.
Originariamente il tacco fu utilizzato dagli egizi per scopi cerimoniali, dai greci e romani per indicare distinzione sociale, dai cavalieri persiani del 2 secolo d.C per trovare stabilità sulle staffe quando in guerra. Oggi il tacco si usa soprattutto per avere maggiore 'visibilità', a volte a scapito proprio della stabilità e della funzionalità. "L’inclinazione prodotta da un tacco con altezza superiore ai 6 centimetri aumenta con il diminuire dell’altezza dell’individuo e l’aumento dell’altezza dell’appoggio sotto il calcagno". Spicciolamente, i tacchi più alti sono, più male fanno. Lo sappiamo.
Ma guardiamo masochisticamente agli aspetti positivi della situazione: una donna sui tacchi è una bellissima e poetica metafora dell'uomo alla continua ricerca dell'equilibrio perfetto. E poi ammettiamolo, le donne sanno benissimo cosa significa indossare una scarpa con il tacco: stare a 6,8,10,12 cm da terra ci fa sentire veramente più belle, si sta all'erta proprio come un animale in cerca della preda, si è più consapevoli di se stesse per evitare di slogarsi una caviglia, si guarda il mondo dall'alto del nostro orgoglio e autostima acquisiti tramite un pezzo di cartone rivestito di pelle. Sui tacchi tutto diventa più rosa antico, più rosso femminino, più vertiginosamente scivoloso. Ma soprattutto si è all'improvviso pronte per dominare tutte le strade del mondo. Tutte, meno quelle con i sampietrini.
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Una formula scientifica per sapere qual è il tacco perfetto per te: http://www.aps.org/publications/apsnews/200407/zero-gravity.cfm
Scarpe con tacchi out-of-this-world: http://www.trendhunter.com/trends/gravity-defying-shoes-victoria-beckhams-no-heel-boots
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